5AAF_Laboratorio Debate_Gruppo n. 3

Bambine e bambini vengono incoraggiati a comportarsi in modo differente secondo le aspettative
del gruppo sociale e della cultura di appartenenza diventando oggetto di pratiche educative e di
socializzazione strettamente collegate al loro sesso. Nei bambini sono, ad esempio, generalmente
più tollerati comportamenti poco condiscendenti rispetto alle bambine da cui ci si aspettano
comportamenti più docili; i ragazzi sono ritenuti più aggressivi, più forti, da loro ci si aspetta
l’aspirazione alla realizzazione personale mediante qualità come l’indipendenza, il rischio e
l’audacia; d’altra parte, le bambine sono percepite come più deboli, docili, inclini all’ascolto e al
lavoro di cura. Queste percezioni si riflettono nei comportamenti dei genitori che regaleranno
giocattoli differenziati per sesso; incoraggeranno inoltre figli e figlie a partecipare ad attività
connotate da specifici caratteri di genere: per esempio, ai ragazzi vengono con più probabilità
assegnati compiti che hanno a che fare con la riparazione e manutenzione della casa e con
l’acquisizione di abilità al di fuori dell’ambiente domestico; le ragazze sono invece maggiormente
chiamate a collaborare nelle attività di pulizia, bucato, preparazione dei pasti. Fin dall’infanzia,
quindi, le ragazze sono state – e sono tuttora, sebbene in misura minore che in passato – preparate
al matrimonio e al loro ruolo di cura (accudimento di figli e familiari); d’altra parte, i ragazzi sono
sempre stati orientati all’indipendenza e all’impegno lavorativo per il mantenimento economico
delle famiglie. Parallelamente le altre agenzie di socializzazione hanno rafforzato la costruzione
dell’identità maschile e femminile lungo la stessa polarizzazione di genere.

Cristiano Corsini e Irene D.M Scierri D.M. Differenze di genere nell’editoria scolastica. Ricerca
empirica sugli stereotipi di genere nei sussidiari di lettura per la scuola primaria, Nuova cultura,
2016.