5CT _ Laboratorio Debate _ Gruppo n. 4

A partire dalle diversità naturali tra le sfere sessuali del femminile e del maschile si costruiscono, si giustificano e si riproducono ulteriori differenze di carattere sociale tra uomini e donne. Su tale versante, la ricerca internazionale mette soprattutto in evidenza che al di là dell’inarrestabile incremento dei tassi di partecipazione femminile al mercato del lavoro, nel corso dell’ultimo mezzo secolo, in pressoché tutti i paesi industriali avanzati, continuano a manifestarsi due generali indicatori delle diversità, o meglio, delle disuguaglianze, di genere nell’ambito lavorativo: i) la “segregazione orizzontale”, ossia la condizione per cui uomini e donne non risultano uniformemente distribuiti nelle occupazioni disponibili in un dato sistema socio-economico, ma tendono a concentrarsi in campi di attività organizzativa differenti (ambiti a prevalente, e spesso dominante, partecipazione femminile restano quelli imperniati sui compiti relazionali e di cura quali l’insegnamento primario e secondario e i servizi alla persona); ii) la “segregazione verticale”, il fenomeno per cui, nella maggioranza dei settori occupazionali, più in alto si sale nelle gerarchie organizzative e più si riduce la percentuale di donne allocate in posizione di vertice. È stato ampiamente dimostrato come entrambe queste condizioni di divisione sessuale del lavoro producano disparità sostanziali tra uomini e donne, in particolare sul piano della retribuzione economica e delle opportunità di carriera, riflettendosi negli ambiti di vita.

 

Laura Zanfrini, Sociologia delle differenze e delle disuguaglianze, Zanichelli, Bologna, 2011