Il cacciatore di aquiloni, Khaled Hosseini

Il recensore: Leonardo Telleschi

 

Khaled Hosseini, “Il cacciatore di aquiloni”, 2003

 

La mia valutazione (da 1 a 5) e perché mi è piaciuto (o no):  4

Il libro mi ha affascinato perché descrive una bellissima relazione di amicizia tra due bambini.

 

A cosa assomiglia:

“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman.

 

Di cosa si parla:
Il libro narra la storia di due bambini afgani, Amir e Hassan, il primo benestante, il secondo, invece, figlio del servo di Amir. Nonostante l’etnia diversa a cui appartengono le rispettive famiglie, i due bambini creano un forte legame di amicizia, ma in seguito a varie vicende Amir deve fuggire dall’Afghanistan.
Quando, da adulto, Amir scopre dal migliore amico del padre che lui e Hassan sono fratellastri, ma che Hassan (nel frattempo rimasto in Afghanistan) è stato ucciso dai talebani, decide di andare a prendere il figlio di Hassan, per poterlo portare al sicuro in America dove vive con la sua ragazza e considerarlo come suo figlio.

 

Frasi da ricordare:

“C’è stato un tempo in cui nei cieli di Kabul volavano gli aquiloni, le cui eleganti evoluzioni rappresentavano la libertà del Paese. Poi gli aquiloni non volarono più”.
“E’ meglio essere feriti dalla verità che consolati da una menzogna”.

 

A chi potrebbe piacere?

Il libro potrebbe piacere a chiunque, poichè ognuno di noi vorrebbe creare un legame di amicizia come quello fra Amir e Hassan, sebbene appartenessero a due etnie diverse.

 

telleschi.leonardo.02@itcgfermi.it