Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: siediti qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato,
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola

Octavio Pez, Mappa del nuovo mondo

 

Il superamento della dicotomia Io/ altri (sia a livello di identità individuale che di identità collettiva) parte dalla consapevolezza che noi siamo altri contemporaneamente, siamo “ignoti a noi stessi”, come dice Octavio Paz, e questa alterità a noi stessi, assieme alla nostra coscienza è prodotto delle relazioni sociali.

Di conseguenza togliere le incrostazioni dall’io superficiale e scoprire quello che è ignoto non è solo un fatto egoistico, incontrare se stessi vuol dire contemporaneamente incontrare gli altri. Noi siamo un nodo di relazioni, quando più conosciamo queste relazioni quanto più siamo noi stessi, in una logica di arricchimento reciproco.