file anonimo 5

2
Essendo nostri Cristiani schierati,
sì como io dissi nell’altro cantare,
e com’egli eran sul castel montati
per voler la crudel battaglia dare,
Pagan sopra le mura erano andati
e ciascun cominciò sassi a gettare
e lance e dardi, e i lor archi aprendo,
e molte freccie in qua e in là traendo,

3
gridando: – Fatevi inanzi, Cristiani, –
– se sète gente di tanta potenza:
già di venire con voi alle mani
non abiamo dottanza né temenza.
Non tornerete in Bretagna Britani
né ’n Francia né ’n Borgogna né ’n Provenza;
la Maga, Italia, Ungheria e Sansogna,
Bramante non vedrete né Guascogna.

4
Mal pensamento fece Carlo Mano
a volere a Marsilio guerregiare,
che ’l pensamento suo tornerà vano
mai non potrete la Spagna aquistare.
Se fusse qui tutto il popul cristiano,
questa città non potrebbe pigliare.
Ben che siate dell’arme pro’ e dotti,
tutti da noi sarete morti e rotti. –

5
Orlando con ventimila secento
coiminciò la battaglia da l’un lato:
Brettoni e Salamon, pien d’ardimento,
da l’altra parte avea già cominciato;
que’ del castello, ch’eran cinquecento,
s’erano a la città aprossimato,
che sogiogava merli, torri e mura,
onde e Pagani avieno gran paura.

6
A gettar cominciar que’ del castello
de lance e sassi e dardi in quantitade
su per le mura di quel popul fello,
gridando: – Viva la Cristianitade!
Viva lo ’mperador di Roma bello
e santa Chiesa e santa Trinitade!
Muoia Marsilio e chi adora e crede
in Macometto e ’n la sua falsa fede! –

7
Dentro e di fuori stormenti sonava;
e non s’udia il sonar di stormenti
per l’una parte e l’altra che gridava
e l’anitrir de’ buon destrier correnti.
Di sopra tutti lor suoni intronava:
lor grida era magior che de le genti.
Saette, sassi, dardi e lance molte
cadevan come piogia, spesse e folte.

8
I ventimila secento guerrieri,
ch’eran da l’una parte della terra,
combattien come draghi asperi e fieri,
e sopra de’ Pagan facien gran guerra;
ma tanto fu l’abondar degli arcieri,
che molti Cristian la morte afferra.
Lance con dardi sanza alcun ristare
a que’ Pagani si vedien gettare.

9
Il conte Orlando coi suoi paladini,
ventimila secento combattanti,
per quel forte gettar de’ Saracini
non si facieno per temenza avanti,
perché molti ne fur fatti tapini
con frecce e sassi da quelli Affricanti.
Di lungi stavan forse meza arcata
el conte Orlando e suo magna brigata.

10
Il franco Salamon, re di Brettagna,
da l’altro lato combatteva forte
con ottomila, ch’ave’ a suo compagna,
tutti dicendo: – Alla morte! alla morte!
Qui sarete conquisi, can di Spagna,
e messi tutti quanti a mala sorte.
Pagan facien di loro beffe e strazio,
però che del gettare aveano spazio.

11
Nostri Cristiani combattien di sotto
con que’ ch’eran di sopra più altieri,
dando e togliendo a così fatto scotto,
gettando lance e dardi voluntieri;
e que’ di sopra contra lor di botto
gettavan frecce, li soriani arcieri ,
lance con dardi e poi di molti sassi,
facendo assai di vita tristi e lassi.

12
Da ogni parte avea assai che fare;
ma que’ Pagani avien miglior partito
per che stavan di sopra a guerregiare;
e qual cogliea, che non fusse guernito,
di questa vita convenia passare

e render l’anima al padre gradito.
Ed era de’ Pagani il simigliante:
chi moriva si dava a Trevigante.

13
Nostri Cristian parean draghi infiammati,
tanto mostrava ciascuno sue posse
verso que’ Saracini renegati,
presso alle mura, intorno a quelle fosse.
Combattean quelli ch’eran bene armati:
gIi altri stavan di dietro alle riscosse.
Lasciam combatter Salamone bello
e ritorniamo a que’ de sul castello,

14
che sopra de’ Pagan forte ferieno
con lance e dardi molto francamente.
Molti di questa vita andar facieno:
durare non potia pagana gente
perché que’ del castel sopragiugnieno
bertesche, merli e torri certamente.
Pagani allor non potien far difesa,
tanto facien que’ del castello offesa.

15
Re Isolieri giva confortando
la gente sulle mura in ogni lato.
– Deh, non vi sgomentate, – gia gridando –
– e faccia ognun come baron pregiato.
In questo giorno aremo il conte Orlando
e Carlo imperador preso e legato.
Ben combattete, che Macon v’aiuti,
sopra Cristian, che son cotanto arguti. –

16
Pagan se difendien me’ che potieno
da quel castello, ch’era sopra loro.
Tanto è il gettare, che Cristian facieno,
ch’a molti dier quel dì crudel martoro.
Gridando forte vèr di lor dicieno:
– Arendetevi, sanza far dimoro.
Se non rendete tosto la cittade,
mercé di voi non s’avrà né pietade. –

17
Grande fu la battaglia e smisurata
intorno a Pampalona da tre parti.
Cristian da quella gente dispietata
più e più morti fur per terra sparti.
Que’ del castel, come gente pregiata,
i Pagan fecero stare in disparti.
Per lor gettar Pagani avien paura
e da quel lato abandonar le mura.