“Non ti muovere”, Margaret Mazzantini

La mia valutazione (da 1 a 5) e perché mi è piaciuto (o no): 2

In realtà, come si può vedere dalla valutazione, il libro non mi è particolarmente piaciuto o, meglio, mi è piaciuto solo a tratti.  Da questo racconto il lettore è in grado di alternare diversi stati d’animo, dalla rabbia allo stupore, alla dolcezza, al disgusto, al pianto, al sorriso, al dolore, alla sensazione di colpa straziante che perseguita, si ripete e mai abbandona chi lo prova.
L’autrice inoltre scrive lanciandosi in descrizioni eccessive, laddove basterebbero poche parole per suscitare certe emozioni. E’ uno stile narrativo abbastanza fluido e molto diretto, che io reputo a volte anche abbastanza crudo e forse non molto adatto ai ragazzi della mia età. Una cosa particolare che non ho mai trovato in nessun altro libro è che riesce a trasmettere un mix di empatia al lettore.

A cosa assomiglia:
Non assomiglia a nessun altro film o libro visto/letto.

Di cosa si parla:
Questo libro si apre con l’incidente in motorino di Angela, un’adolescente, figlia del chirurgo che lavora nell’ospedale in cui viene portata. I padre però, una volta arrivato da lei, non può fare altro che attendere l’operazione della figlia. E’ qui che inizia la storia, una lunga attesa che durerà fino alla fine del libro, in cui Timoteo (il padre) fa riferimento al suo passato, confessa segreti, amori e errori commessi. Il padre inizia a raccontare le sue storie in un dialogo immaginario sia con la figlia, sia con sé stesso.
Per prima cosa racconta di Italia, una ragazza di periferia, trasandata, una donna emarginata, che lui aveva incontrato in un piccolo bar di quartiere. Lei non era affascinante ma Timoteo vede in lei qualcosa di interessante, infatti si lascia trasportare in casa sua. Da lì sembra nascere una storia d’amore in grado di distruggere il matrimonio con la madre di Angela. Italia riesce a far vivere a Timoteo emozioni mai provate prima, emozioni però contrastanti: dalla dolcezza e la tenerezza allo squallore e ai sensi di colpa, tanto che l’uomo finisce per confrontarsi con un sé stesso messo a nudo da questa nuova storia. Si trova quindi diviso tra due realtà: una fatta di un matrimonio, certezze, di quotidianità familiare e l’altra di passione, forti emozioni, sensi di colpa. In tutto questo Timoteo si rende conto che non è più capace di amare e di scegliere.

Forse il protagonista rimane troppo vittima di sé stesso e dei suoi pentimenti. Ad un certo punto dice una frase rivelatrice: “Cosa vuol dire amare, figlia mia? Tu lo sai? Amare per me fu tenere il respiro di Italia nelle braccia e accorgermi che ogni altro rumore si era spento. Sono un medico, so riconoscere le pulsazioni del mio cuore, sempre, anche quando non voglio. Te lo giuro, Angela, era di Italia il cuore che batteva dentro di me”

Frasi da ricordare:
Ci sono diverse frasi che mi sono piaciute e che, secondo me, è bello ricordare:

“Ero felice, non ci si accorge mai di esserlo, Angela, e mi chiesi perché l’assimilazione di un sentimento così benevolo ci trovi sempre impreparati, sbadati, tanto che conosciamo solo la nostalgia della felicità, o la sua perenne attesa.”

“La vita è una carta adesiva piuttosto ingannevole, la colla sembra resistente, sembra che debbano resistere molte cose. Poi la srotoli, e ti accorgi che manca un sacco di roba, restano giusto quattro stronzate.”

A chi potrebbe piacere?
Io lo consiglio a ragazzi più grandi di me e agli adulti, perché a leggerlo ci vuole abbastanza concentrazione, anche se in molti punti è coinvolgente  e lascia il lettore in attesa. E’ però anche un libro abbastanza duro in certi aspetti e serve un carattere deciso per leggerlo. Fa riflettere moltissimo e può aiutare anche a capire meglio sé stessi e le decisioni da prendere nella propria vita.

Beh, sicuramente questo libro aiuta a riflettere e a cercare di rispondere a domande a cui non ci si è ancora dati una risposta.