“Cose di Cosa Nostra” di Giovanni Falcone e Marcelle Padovani 1991
La mia valutazione (da 1 a 5) e perché mi è piaciuto (o no): 4
Questo libro, anche se complesso, è molto interessante: ho scoperto dei nuovi, crudi fatti sulla mafia, di cui non ero venuto a conoscenza documentandomi attraverso altre fonti.
A cosa assomiglia:
“Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia
Di cosa si parla:
Attraverso interviste fatte a Falcone durante la sua attività di magistrato antimafia, si parla di come egli sia riuscito a smascherare tutti i meccanismi diabolici che ancora oggi sono alla base di Cosa Nostra, come ad esempio le strategie usate per assassinare, i meccanismi dei traffici illeciti di droghe e del riciclaggio di denaro.
Frasi da ricordare:
“In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”
“Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.”
“Tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia.”
A chi potrebbe piacere?
Può interessare a chi vuol capire come agisce la mafia in Italia.
Questo libro mi è risultato abbastanza complesso da leggere, perché presenta dei vocaboli molto specifici e precisi. Ciononostante, lo ho trovato davvero molto interessante, ed è proprio il modo in cui è stato scritto, ovvero sotto forma di interviste e di inchieste, che a mio parere lo ha reso tale.