“I sommersi e i salvati”, un incontro

Sabato 18 gennaio, in concomitanza con la Giornata della Memoria della Shoah, Martina Mengoni è venuta a parlarci de “I sommersi e i salvati” di Primo Levi.

La prof. ssa Mengoni è un’ex-docente del Fermi attualmente impegnata a insegnare italiano all’università di Berna. Nel 2019 ha curato un’edizione scolastica de “I sommersi e i salvati”, un’opera che Primo Levi ha specificamente concepito per gli studenti ed in generale i giovani delle generazioni che la persecuzione nazi-fascista non l’hanno direttamente vista o conosciuta.

I ragazzi non sono arrivati ignari all’incontro. I professori delle classi coinvolte (5AA, 5BA, 5CA, 5AT, 5AAF) avevano affrontato in classe due capitoli del libro, “Violenza inutile” e “Stereotipi”, ma la professoressa ha aggiunto al lavoro di classe la sua esperienza e la sua profonda conoscenza a tutto tondo della figura di Levi, nonché una serie di libri passati di mano in mano tra i ragazzi pieni di illustrazioni, passaggi sottolineati, mappe…

Sono stati affrontati argomenti non facili: da dove nascevano la furia e la violenza contro le vittime inermi dei Lager? Come facevano persone comuni e normali quali la maggior parte dei tedeschi ad accettare che tutto questo avvenisse? Perché è così difficile immaginare la situazione e le scelte morali di un prigioniero di un campo di concentramento?

In quattro ore (divise in due distinti incontri in cui le classi hanno ruotato) la prof.ssa Mengoni ha raccontato, illustrato, messo insieme diversi pezzi di un mosaico tetro e sanguigno, di cui è ancora difficile darsi conto, ma che deve essere studiato e ricordato con tutta l’acribia e l’attenzione di cui si è capaci.

Immagine di copertina: Primo Levi in visita al memoriale di Buchenwald